Vi è mai capitato che qualcuno si appropriasse di un vostro lavoro e lo spacciasse per proprio? A me è successo un sacco di volte. Ultimamente, una mia amica ha rubato una mia illustrazione e l’ha venduta a un suo amico cantautore, spacciandola per sua. Di solito, prima di usare le maniere forti, contatto direttamente il “ladro” e chiedo la rimozione del contenuto. Nella maggior parte dei casi funziona senza ulteriori conseguenze.
Questa volta, però, è stato diverso. La mia amica ha commesso vari errori, trasformando una potenziale casualità in un caso ben più complesso:
- Ha sottovalutato il popolo del web.
- Mi ha sfidata sul mio territorio.
- Ha nascosto la mano dopo aver tirato il sasso (il web non perdona).
Sottovalutare il popolo del web
Quando qualcuno si appropria di materiale altrui e la community lo scopre, scatta immediatamente una reazione di solidarietà. Il web si riempie di piccoli investigatori, pronti a fare il lavoro sporco per te. Nel mio caso, sono emersi screenshot con date di pubblicazione, altri lavori spacciati per suoi e rubati da Pinterest e Google Immagini. Quello che sembrava un episodio isolato si è rivelato, per lei, essere la norma. Una lunga storia di plagi nascosti male.
Mi ha sfidata sul mio territorio
Come professionista del web, conosco bene le sue regole. Su internet, sì, tutto è di tutti, ma questo non significa che si possa danneggiare il legittimo proprietario. Dimostrare la paternità di un’idea, nonostante le leggi sul copyright, è complesso, lo so bene. Ma ogni illustratore ha uno stile unico, frutto di anni di studio e applicazione. Anche nel mondo dell’arte e del design, dove spesso ci si ispira ad altri, c’è una linea che non va oltrepassata: quella dell’etica professionale. Riprodurre un’opera non è un problema, venderla spacciandola per tua sì.
Ho sempre pubblicato sui miei canali social riproduzioni di artisti che ammiro, per affinare il mio stile o semplicemente per esprimere ammirazione. Ma mai ho fatto il passo falso di vendere quelle opere o usarle per guadagno. La mia amica, invece, ha deciso di ignorare queste regole fondamentali, credendo che bastasse un semplice “mi sono ispirata ad altro” per uscire indenne.
Ha nascosto la mano dopo aver tirato il sasso
Dopo averle fatto notare il problema, sono arrivate le giustificazioni: “Non ho copiato. Mi sono ispirata.” Purtroppo per lei, il popolo del web non è facile da prendere in giro. Confrontando stili e tratti, è risultato evidente che il lavoro indicato come fonte di ispirazione non c’entrava nulla. Il suo era un ricalco mal fatto del mio.
La situazione sarebbe potuta finire qui, se non fosse emerso che non era la prima volta. A quel punto era chiaro: il suo modus operandi era appropriarsi di lavori altrui, spacciandoli per propri. La sua reazione? Oscurare i post incriminati e cancellare il profilo. Ma era troppo tardi. Gli screenshot che circolavano online parlavano chiaro, e la sua fuga ha solo confermato la sua malafede. Quando ti nascondi, ammetti implicitamente di essere colpevole. E il popolo del web l’ha eletta regina degli sfigati.
La lezione del copyright
La verità su questa vicenda la sappiamo solo io e lei. E, dato che io non mi nascondo, è evidente che non ho nulla di cui vergognarmi. Rubare l’opera di qualcun altro non solo danneggia l’autore, che ha investito tempo, risorse e, spesso, denaro, ma danneggia anche il cliente, che può ritrovarsi esposto a querele o sanzioni legali per violazione del copyright.
Sono convinta che la mia amica, inizialmente, non avesse cattive intenzioni. Probabilmente pensava che nessuno si sarebbe accorto di nulla e che, ricalcando un’immagine trovata online, quella diventasse automaticamente sua. Ingenuità? Sicuramente. Scarsa conoscenza delle regole del web e del diritto d’autore? Senza dubbio. Ma l’errore resta e le conseguenze ci sono.
Possiamo tutelarci? Assolutamente sì.
Per evitare casi simili, abbiamo a disposizione diverse risorse. Un esempio è il sito dirittodautore.it, che offre tantissime informazioni utili per proteggere le proprie opere e la guida al diritto d’autore online che può essere consultata per approfondire l’argomento. È importante sapere che siamo tutelati dalla legge e che possiamo rivendicare il nostro diritto a vedere riconosciuta la proprietà intellettuale di un’opera. Sia essa una fotografia, un’illustrazione, una grafica, un video, un audio o uno scritto, abbiamo il diritto di proteggerla.
Va detto anche che il riconoscimento della paternità di un’opera è ancora più forte della proprietà intellettuale stessa. Questo diritto è inviolabile e incontestabile. Nessuno può appropriarsi di un’opera e farla passare per propria senza il consenso dell’autore originale.
Ho rivendicato il copyright?
Nel mio caso, grazie anche alla comprensione del cliente a cui avevo venduto l’opera, ho deciso di non procedere per vie legali. La lezione, per me, è stata sufficiente. La figuraccia fatta dalla mia (ex) amica mi ripaga dei soldi persi, e la consapevolezza che non ho bisogno di rubare lavori altrui per avere successo è impagabile. La mia ex amica, invece, non ha avuto la stessa fortuna. Il popolo del web non perdona e per loro è diventata la regina degli sfigati. A me basta questo.
Cosa ho imparato?
Che il vecchio detto “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io” vale più del diritto d’autore. Anche se, ovviamente, il copyright è un’arma potente per difendere il proprio lavoro.