‘Balance act’ logos
LogoLounge presenta il suo attesissimo report annuale per il 2024, osservando come i loghi stiano assumendo un ruolo secondario all’interno delle identità visive. Sotto la guida del fondatore e presidente Bill Gardner, il report offre una panoramica completa sull’arte del logo design, esaminando una selezione globale degli ultimi 12 mesi e suggerendo come questo aspetto cruciale del design potrebbe trasformarsi nel prossimo futuro.
“Quando rifletto sulle selezioni di loghi che abbiamo esaminato quest’anno, cerco di leggere i segnali, se così si può dire, per capire quale sarà il nostro percorso,” afferma Gardner nel sommario di quest’anno. “Non è un percorso lineare, anzi, lo paragonerei a una caccia al tesoro in cui i designer cercano indizi in vari luoghi, raccogliendo suggerimenti lungo il cammino. Stanno cercando una direzione perché l’idea di un logo tradizionale è cambiata drasticamente negli ultimi anni.”
Questo cambiamento, spiega Gardner, non si manifesta solo nei loghi stessi, ma anche negli elementi contestuali che li circondano: “Dove un tempo il logo era il fulcro dell’identità visiva, ora non è raro vederlo assumere un ruolo secondario rispetto ad altri elementi grafici.” Qui, Gardner si riferisce a pattern, texture, colori e animazioni che accompagnano un logo nel branding e nelle identità visive. Questi elementi, un tempo considerati secondari, sono ora al centro dell’attenzione, con noi designer che li utilizziamo come segni distintivi del brand, piuttosto che il tradizionale logo.
Negli ultimi 12 mesi, molte aziende hanno persino rinunciato del tutto ai loghi, optando invece per il semplice wordmark come simbolo per le loro attività. “Alcune aziende non vedono il valore di avere un marchio separato per definire chi sono,” osserva Gardner. “Se puoi leggere il nome, perché avere un logo?” In effetti, il wordmark è diventato un terreno fertile per la sperimentazione, con molti designer che trovano nuovi modi per giocare con le forme delle lettere per creare design intriganti, dinamici e versatili.
Nonostante ciò, il logo persiste, e Gardner segnala che l’ultimo anno ha visto un aumento dell’uso del trompe l’oeil in questo ambito. Una manifestazione particolare di questa tecnica ha guadagnato popolarità: la ‘flat box’. Sebbene sia stata utilizzata in molte varianti, recentemente i designer sono stati ansiosi di portare questo approccio a un livello superiore.
“In questo report, vediamo innumerevoli loghi con una familiare prospettiva di scatola dimensionale, ma resi nel più nero dei neri o nel più arancione degli arancioni, o in qualsiasi altro colore per nascondere le luci, le ombre o altri indizi dimensionali,” afferma Gardner. “Le forme dimensionali, siano esse cubiche o estruse, spesso avvantaggiano l’osservatore grazie all’applicazione di forme di lettere nelle sfaccettature appropriate per fornire orientamento o contesto.” Gardner cita il logo del Toledo Museum of Art come esempio perfetto di questo stile.
Un’altra tendenza chiave identificata nel report è il wordmark ‘Bell Bottoms‘. Come suggerisce il nome, questi wordmarks presentano forme delle lettere in cui i ‘piedi’ si allargano come jeans a zampa d’elefante, conferendo un senso di dinamismo ai design prevalentemente statici, oltre a un tocco retro molto apprezzato. “Spessori e sottili in una linea variabile che si allarga fino a un serif graduale che termina in un tronco molto spesso,” spiega Gardner. “Alcuni hanno quella firma da colpo di frusta mescolata con un po’ di spirito libero derivante da una precedente influenza nouveau-delic.”
Un’altra tendenza interessante nel report è quella chiamata ‘Mix Stix‘. Si riferisce all’uso di linee contrastanti all’interno di un logo, che creano una sorta di caos controllato che stimola l’interesse dell’osservatore, ma ha anche il potenziale per provocare attraverso la sua composizione disordinata. Gardner fornisce i loghi di The Nest e Ski Austria come esempi, e non è difficile fare parallelismi con i design di marchi outdoor come Arc’teryx, con il suo iconico schizzo di un uccello fossilizzato o Gramicci, con il suo uomo in corsa astratto.